di Giulio Mancusi

“Questa denominazione racchiude in se una filosofia che vuole porre particolare attenzione ad un tipo di attività sempre più a misura di bambino, piena di grandi esperienze sotto il profilo motorio, emozionale e sociale per un fanciullo che si avvicina al calcio e che, attraverso il calcio, vuole conoscere, imparare, giocare”
Esordire con questo interessante “input” preso dalla Guida tecnica per le scuole calcio realizzato dal Settore Giovanile e Scolastico, è doveroso.
Il bambino che si appresta ad entrare nel mondo delle scuole calcio, inizialmente prova un certo disagio, che viene accentuato da istruttori-educatori, che focalizzano e mettono in risalto la riuscita del risultato, svilendo la natura ludica del gioco del calcio.
A volte, gli Istruttori-Educatori suggeriscono alle famiglie di far cambiare sport al proprio figlio, sulla falsariga di possedere scarse attitudini al calcio: riteniamo che tutto questo è pura follia! Riteniamo che il gioco del calcio è uno sport stupendo che accoglie tutti coloro che ne hanno entusiasmo, motivazioni e passione.
Sta a noi istruttori-educatori elevare alla massima potenza tali prerogative. Entusiasmare e motivare sono le sfide più difficili alle quali, noi veniamo sottoposti.
In questa categoria l’aspetto ludico-motorio è predominante su qualsiasi altra componente. Il rapporto costante con il pallone favorisce adattamenti spazio temporali che all’inizio possono sembrare grossolani. Un bambino di 6 anni che conduce il pallone dentro uno spazio definito : più che guidare la palla, la insegue. Pertanto non dobbiamo mostrare troppa attenzione alla qualità del gesto tecnico (conduzione palla ) ma valutare l’impegno, lo sforzo del bambino di controllare il proprio movimento in rapporto al pallone ancora non sufficientemente addomesticato. In questa età lo sviluppo della psicomotricità è alle fasi “primordiali”:
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La loro lateralità non è ancora matura
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Hanno movimenti scoordinati
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Incapacità di eseguire esercizi preconfezionati
L’egocentrismo è palese, e si evidenzia nella scarsa collaborazione :
vogliono appropriarsi della palla e difficilmente se ne liberano. Fra le proposte da realizzare risultano essere interessanti ed adeguate attività di gioco libero non disturbato da avversari,alternate a giochi tecnici dove viene richiesto un adattamento del gesto in funzione di sollecitazioni spazio-temporali imposte da un avversario più o meno attivo. Il comportamento tecnico migliora con il contatto continuo col pallone. I circuiti motori rappresentano una efficace proposta dove ritmo, differenziazione e orientamento spazio-tempo, equilibrio e combinazione di movimenti sono elementi coordinativi maggiormente sollecitati.
L’idea di arricchire, creare, favorire esperienze motorie sono obiettivi assoluti per chi opera sportivamente parlando con i bambini. L’ istruttore-educatore deve proporre, motivare, ed entusiasmare in maniera sempre serena e garbata. Se il percorso costruito si basa sui presupposti pedagogici suggeriti, avremo la consapevolezza di aver operato al meglio, dando ai bambini l’opportunità di vivere un’ esperienza esaltante che, se non li condurrà a diventare campioni, potrà, e non è poco, far loro amare per sempre questo gioco.
…IL CALCIO E’ DIVERTIMENTO…